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Anche le signore possono essere maschiliste2020-03-31T15:13:46+02:00

Anche le signore possono essere maschiliste

Giugno 2010

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…”e mentre Lampo, spaventato da tutto quel chiasso, cercava di uscire dallo stagno, le oche continuavano a starnazzare e a esprimere il proprio sdegno con grande clangore, così che l’acqua del laghetto, limpida un attimo prima, fu ben presto trasformata in una polla fangosa…”.

Spero che qualcuno ricordi questa descrizione di Beltramelli, un autore molto noto dalle mie parti. A me è venuta in mente leggendo una cattivissima critica della signora Morresi ad un libro che Corrado Melega ed io abbiamo scritto sulla RU 486, un libro nel quale abbiamo criticato (senza livore, lo riserviamo per altre cose e per differenti persone) un testo della stessa signora Morresi e della signora Roccella sullo stesso argomento. Debbo onestamente confessare che la signora Morresi mi ha anche spaventato un po’ ( ha scritto qualcosa del genere “vi aspetto fuori” ) e che se rispondo alle sue contumelie lo faccio soprattutto perché il Comitato di Bioetica sta per chiudere i battenti e occasioni per incontrarci, almeno mi auguro, non ne avremo altre. Non credo che la signora Morresi abbia letto il libro, penso che se lo sia fatto raccontare da qualcuno e poi abbia dato stura alla sua antipatia nei nostri confronti. Se la signora Morresi avesse letto il libro avrebbe trovato tutte le cose che, secondo lei (che non ha letto il libro) non ci sono: perché diciamo che i suoi dati sui decessi sono sbagliati, perché consideriamo ideologico il suo cosmico pessimismo, cose così. Avendo deciso di non perdere un solo attimo per ribadire quello che abbiamo già scritto, mi limiterò (e lo faccio da solo, Corrado ha scrollato le spalle e mi ha detto che ha cose più importanti da fare) ad alcune precisazioni.

Anzitutto vorrei spiegare alla signora Morresi che non c’è niente di male se la chiamo signora, anche se non mi crederà abbiamo ritenuto che fosse il modo giusto per non mancarle di rispetto. Se però queste sue lamentele dipendono dal fatto che vorrebbe fare emergere, dai suoi titoli accademici, una competenza specifica per cose delle quali a nostro avviso capisce poco, temo di non essere d’accordo. Se avesse letto il libro avrebbe notato, nelle prime pagine, una citazione di Orazio che dice, più o meno, che ognuno deve fare il suo mestiere, il medico deve fare i clisteri, il fabbro forgiare i metalli, il marinaio alzare le vele, possiamo solo sfogarci, tutti quanti siamo, a scrivere poesie, non richiedono particolare competenza. Questa citazione era in effetti un invito alle signore Roccella e Morresi a occuparsi delle cose di cui hanno competenza, ho cercato nei loro curriculum senza trovarne nemmeno una goccia che le autorizzasse a scrivere un intero libro su un problema complesso di medicina. Scrivere di cose delle quali si capisce poco è sempre un rischio.

Ad esempio, se avessero saputo di più in materia medica non avrebbero inserito, tra i possibili incidenti mortali da pillola abortiva, il caso tristissimo di una giovanissima donna americana, poco più che una bambina, letteralmente uccisa dai medici mentre cercava di liberarsi di una gravidanza giunta al sesto mese. Sono costretto a ricordare alle due signore, con qualche imbarazzo, che la definizione di aborto parla di gravidanze che non hanno superato i 180 giorni e che l’aborto farmacologico viene eseguito nei primi 49 di questi 180. E sempre a mo’ di esempio vorrei ricordare alla signora Roccella che una buona parte dei decessi ai quali ha più volte fatto riferimento non hanno niente a che fare con le interruzioni di gravidanza ma con l’uso compassionevole che viene fatto del farmaco in particolari casi di neoplasia incurabile. E qui debbo per forza richiamare in causa una mia forte sensazione, temo proprio che né la signora Morresi né la signora Roccella capiscano la matematica. Niente di male, per carità, non capire la matematica capita anche a persone molto intelligenti. Il mio compagno di banco del liceo, Lamberto Valli, uomo di grande intelligenza, al quale ero legato da una forte amicizia malgrado il fatto che frequentassimo differenti versanti della religione (io sono sempre stato contrario) non riusciva a capire la ragione per la quale due più due doveva risultare per forza quattro.

Se metto insieme due due, diceva, mi viene un bel 22, e comunque quattro è il risultato di due differenti operazioni nelle quali posso coinvolgere due due, una addizione e una moltiplicazione, cosa che non dovrebbe essere possibile. Lamberto però, alla fine, ammetteva che la matematica non era fatta per lui, la signora Morresi no, anzi tenta addirittura di spiegare che l’anomalia è tutta mia. Ebbene, temo proprio di no, signora Morresi. La storia, per chi non la conosca, deriva da una strana interpretazione dei risultati delle PMA a seguito dell’applicazione della legge 40: che mai sarà un banale 3,5% in meno, dicevano convinte le due signore, un’inezia, una pinzillacchera.

Il mio torto – non si dovrebbero mai riprendere due signore alla volta – fu quello di spiegare che quando si parla dell’efficacia di una tecnica, l’importanza di una percentuale dipende in modo assoluto dal valore dell’efficacia sulla quale va a incidere. Se una tecnica ha successo nel 99% dei casi, un 3,5% in meno ha in realtà un peso modestissimo; ma se i successi sono solo pari al 5% il 3,5 % di risultati positivi in meno è un reale disastro, ci resta l’1,5%, c’è sicuramente di che lamentarci. Semplice. Eppure la signora Morresi è ancora lì che si ruga. In realtà, queste questioni di effetti collaterali e di complicazioni dovrebbero ormai avere poco rilievo, più che con me e con Corrado la signora Morresi sta blaterando nei confronti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della FDA, delle maggiori Società scientifiche internazionali, non posso nascondere di essere ammirato, ci vuole un bel coraggio. Mi è anche capitato di vedere le bozze del suo nuovo libro (o meglio della seconda stesura del primo) che uscirà a settembre, sarà molto divertente pubblicare la seconda edizione del nostro subito dopo, ci siamo ripromessi di avere l’ultima parola, il che temo faccia di noi due perfetti esemplari maschilisti.

Dunque non si preoccupi, signora Morresi, per ora faccio finta di niente, ci rivedremo a settembre. Basta, ho dedicato anche troppo spazio a un argomento che in realtà non meritava di essere nemmeno preso in considerazione, ma ci trovo un certo gusto ad essere maltrattato dall’Avvenire, un giornale che, come tutti sanno, è nelle mani di Dio, non reagire neanche un po’ mi parrebbe un atto di maleducazione. Il problema vero che le persone di buon senso dovrebbero affrontare con un piglio un po’ più tosto di quello che stanno mostrando non riguarda il libro delle due signore, un testo privo di valore che si è già squalificato da solo in pochissimo tempo ( non si può prevedere una catastrofe, sbagliare completamente la previsione e aspettarsi che la gente venga ancora a chiedere i tuoi servizi di veggente ), ha a che fare con i trucchi inventati dal Ministero della salute, con la collaborazione del Consiglio Superiore di Sanità per rendere sempre più complessa e sgradevole l’accesso all’aborto farmacologico, obbligando le donne a un lungo ricovero “ordinario”. Come tutti ormai sanno, questo ricovero è del tutto inutile: lo ha detto l’OMS, lo ha dichiarato la FDA, lo hanno sottoscritto tutte le maggiori Società scientifiche. Inoltre è un atto illegittimo, il Ministero non ha alcun diritto di intervenire su questi aspetti della sanità e i suoi riferimenti alla legge 194 sono del tutto sbagliati, sarà sufficiente un ricorso alla magistratura per coprire ancora una volta di ridicolo i nostri maggiorenti.

La mia impressione è che lo sappiano benissimo e che tutto questo fumo che ci stanno buttando negli occhi debba servire per consentire loro di fare bella figura col Vaticano, cosa accadrà poi davanti ai Magistrati non sembra riguardarli in alcun modo. E poi sono convinto che la semplice idea di rompere le scatole alle donne, chissà perché, li riempia di una malsana felicità. E così temo che il Ministero della Salute stia meditando un vero e proprio colpo di mano sull’argomento e questo sospetto mi viene proprio dal suo attuale silenzio su quello che dovrebbe essere invece un forte motivo di polemica: le donne che vogliono abortire con la Ru486 e alle quali viene proposto, secondo i desideri del Ministro, un ricovero ordinario fingono di accettarlo, prendono la pillola, poi firmano la cartella e se ne vanno a casa, come è nel loro diritto. Secondo me l’idea del Ministro potrebbe essere questa: tra sei mesi il Ministero farà i conti, rileverà che tutte le donne abortiscono a casa propria, concluderà che questa è una violazione della legge 194 e ritirerà la pillola dalle farmacie degli ospedali. E’ proprio un brutto mondo, un mondo per persone astute e malevole, non è certamente un mondo per le signore.

P:S: Signora Morresi, se vuole può chiamarmi signor Flamigni, a me sinceramente non dispiace, anzi. Corrado no, preferisce essere chiamato compagno. Veda lei.