Il Medico delle Donne2018-12-14T22:54:24+02:00

Il Medico delle Donne

da Mamma Bologna: Profili di cittadini Petroniani tra XX e XXI secolo, di Marco Marozzi

20 dicembre 2014

Carlo Flamigni è davvero il medico delle donne. Anzi, per le donne. Antico ed eterno. Ha combattuto, ha pagato, si è scontrato con devoti e atei devoti, furbacchioni utilizzatori della religione come Giuliano Ferrara; i comunisti più o meno post lo vollero consigliere comunale a Bologna, poi si presero paura e lo lasciarono solo. Lui ha riso di tutto da gran signore che vive assai bene del suo, ha lasciato Bologna dove abitava accanto a Nino Andreatta in Santo Stefano, se ne è tornato nella sua Forlì.

E verso i 70 anni si è messo a scrivere romanzi. Beffardo ha scelto protagonisti romagnoli sin nel nome, Primo Casadei, ha narrato di omicidi accademici in un mondo universitario che ben conosce, come fece il comunista deluso Vázquez Montalbán con Assassinio al Comitato centrale. “Al profilattico bisognerebbe fare un monumento, ha salvato più vite di Garibaldi” è una sua battuta colossale. Come quella che rifilò con nonchalance a una giornalista che lo accusava di tutto. “Non si preoccupi. Ci divide solo il DNA”. È superdemocratico e superaristocratico. “Pioniere della fecondazione assistita” lo dipingevano per banale comodo. E lui: “I pionieri erano in America e poi nell’URSS. Meglio un Mohicano che ultimo non vuol essere”.

Ha diffuso senza mai predicare. Ha voluto i Comitati etici negli ospedali, ha odiato le torri d’avorio e insieme gli apprendisti stregoni che parlano senza sapere; ha lottato per l’aborto sapendo che non è una conquista ma segno che qualcosa non va; è stato presidente della Società italiana di fertilità e sterilità nel Comitato di bioetica parlava di scienza e diritti, gli opponevano la fede. Lo hanno fatto presidente onorario dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti e dell’AIED, la Società  per l’educazione demografica. Ha ringraziato. Conoscendo il valore della vicinanza e della distanza, come quando per decenni al Sant’Orsola ha infuso speranze e spiegato realtà. Ginecologia e Ostetricia. Ha difeso embrioni, ovuli, cellule staminali, gravidanze in menopausa: mai da fondamentalista, attento a ogni vantaggio per le donne. Bastonando i fanatici avversari, bacchettando i fan che confondevano un problema con una vittoria, Frankenstein con Dio. “Questo è un Paese che ha molto più bisogno di compassione che di religione. Siamo uno strano Stato teocratico, le persone che credono in Dio sono pochissime, quelle che hanno rispetto per il potere della religione sono molte, cominciando dai partiti”. Amen laico, professor Flamigni.