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Distrazioni pericolose – Legge sull’aborto2020-03-31T09:54:29+02:00

Distrazioni pericolose – Legge sull’aborto

Agosto 2007

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Vogliamo parlare dell’aborto selettivo finito in tragedia in un ospedale di Milano? Leggo sui giornali che il Vaticano “è irato”, che nessuno ha il diritto di sostituirsi a Dio, che questa è eugenetica, che bisogna cambiare la legge 194. Spero di non suscitare ulteriore irritazione dichiarando che sono perplesso.

Anzitutto, mi chiedo di quale dio stiamo parlando. Non trovo argomenti razionali per scegliere, vorrei indicazioni più precise: il Dio degli eserciti? Allah? Geova? Budda? Non è cosa di poco conto: se si tratta del Dio dei musulmani, siamo nei guai, le interpretazioni delle scuole giuridiche sull’inizio della vita personale non sono uniformi e per alcune di loro il feto merita rispetto solo dopo l’animazione, 40 o addirittura 120 giorni dopo il concepimento; per gli ebrei è bene andare a chiedere ai rabbini, ma è molto citato uno di loro che ritiene che l’embrione sia una goccia d’acqua; per i cattolici – ma solo per i buoni cattolici – vale il concetto della “palla prigioniera” per il quale è sufficiente che i gameti si tocchino perché si possa dichiarare iniziata la vita personale; immagino che per un evangelista conti di più il personalismo relazionale (bisogna che l’embrione entri in contatto con il grembo materno, perché è così che ha inizio la sua relazione con l’umanità, che fa di lui una persona), ed esiste una setta, non molto nota ma ricca di fantasia e di cultura, quella dei Dubitatori di Bertinoro secondo la quale è possibile (i Dubitatori di Bertinoro non sono mai certi di nulla) che l’embrione divenga persona solo dopo aver avuto il primo rapporto sessuale. E se vi sorprende l’incertezza degli ebrei e dei musulmani, non so cosa mai potrete dire dei cattolici i quali hanno depositato dal notaio almeno 10 differenti versioni della teoria sull’inizio della vita personale, sembra che le loro frequentazioni notarili superino quelle del cavalier Berlusconi. E mi chiedo come potranno togliersi dall’imbarazzo atei e agnostici razionalisti che all’esistenza di dio non credono e che da Dio, Geova, Allah, Budda si tengono lontani, anche seguendo il consiglio dei genitori che li hanno sempre pregati di guardarsi dagli sconosciuti.

Certo che, di fronte a tanta confusione, il rigore della Chiesa cattolica mi impressiona, tanta determinazione deve essere per forza indice di certezza. Non è che saranno loro i proprietari della verità? Ho cercato conferma di questa straordinaria sicurezza, e siccome sono ingiustamente accusato di essere un anticlericale, sono andato a curiosare nel paese che ha, unico in Europa, il privilegio di aver legiferato contro l’aborto volontario, seguendo pedissequamente le indicazioni di Santa madre chiesa, l’Irlanda. Potevo scegliere meglio di così? Ebbene, non voglio tenervi in sospeso, sono ancora tutto tremante per la delusione.

L’Irlanda ha inserito nella sua costituzione questo articolo: “Lo stato riconosce il diritto alla vita del non ancora nato, nel rispetto dell’uguale diritto alla vita della madre, e garantisce nelle sue leggi di rispettare e, per quanto possibile, di difendere e tutelare tale diritto con leggi opportune”. Perfetto.

Solo che nel 2002 il Governo irlandese propone di modificare un pochino questa norma e di approvare una nuova legge che conferma il divieto assoluto di abortire, ma che cambia un po’ le regole del gioco perché afferma che “ è punita la distruzione intenzionale della vita umana non ancora nata dopo che sia stata impiantata nell’utero”. Non è cosa di poco conto: con questa norma si legittima la pillola del giorno dopo, l’inserimento delle spirali e la ricerca sugli embrioni in vitro, tutte cose che il Magistero romano respinge con fierezza e con determinazione. Ebbene, si va al referendum, si chiariscono gli schieramenti, e guarda un po’ chi ritroviamo tra i favorevoli a questa nuova norma: l’episcopato cattolico irlandese, tutti i 26 vescovi titolari e i 9 vescovi ausiliari. Follia? Disobbedienza? Ebbene, qualcuno insinua che la promessa del governo di risarcire le centinaia di vittime di abusi sessuali compiuti sui bambini da membri del clero tra gli anni cinquanta e settanta abbia avuto un qualche peso. Allora, chi sono io per giudicare le intenzioni? Però concedetemi di essere perplesso (e anche un po’ deluso).

Passiamo al problema dell’eugenetica. Qui dobbiamo chiedere scusa ai genetisti che ci dicono che eugenetica significa semplicemente buona genetica, e la buona genetica l’approvava persino Pio XII.

Sempre chiedendo scusa ai genetisti, provo a definire meglio questo termine: immagino che nelle intenzioni significhi semplicemente genetica positiva migliorativa, il che significa volontà di ottenere qualcosa di migliore di quello che la natura ci offre. Ho qualche obiezione. Oggi la genetica non è in grado di fare alcunché di positivo, come costruire bambini più intelligenti e più coraggiosi, ma si limita a evitare che nascano bambini destinati a una vita di sola sofferenza o portatori di patologie che proporrebbero ai genitori e al resto dei famigliari sacrifici e problemi insopportabili, sulla base del principio che l’umanità non è in grado di accettare tutto quello che la natura impone. So, per aver convissuto con questi problemi per tutta la vita, che le coppie che vengono messe di fronte a queste possibili scelte passano attraverso a un vero inferno e credo che nei loro confronti l’unico sentimento moralmente accettabile sia quello della compassione. Mi sembra che da questa Chiesa, oggi, ci arrivino molte cose – verità, dogmi, anche pietà, se proprio volete – ma nessuna compassione e questo non delude solo me, delude anche i molti cattolici che ritengono giusto vivere la fede in modo del tutto diverso. Tutte le volte che succede qualcosa del genere, il genere di cose che sono fondamentalmente ascrivibili a un errore, ma che fanno scattare un interruttore nel petto dei cattolici più intransigenti, non passano dieci minuti – potete rimetterci l’orologio – che la senatrice Binetti dice che bisogna cambiare la legge 194 e il ministro della Salute afferma che bisogna meditarci sopra.

Ho già detto che sarebbe come chiudere le autostrade perché un automobilista si è addormentato al volante e ha causato un incidente mortale. Errori ne abbiamo fatti tutti e continueremo a farne, è indecoroso approfittare di uno dei tanti per sputtanare una legge che ha dimostrato di funzionare perfettamente. Dal 1983 ad oggi le interruzioni volontarie di gravidanza sono diminuite di più del 45% e ciò malgrado la presenza nel paese di molte nuove cittadine che non hanno ancora le idee chiare sul controllo delle nascite. Consiglierei al Ministro, non appena ha finito di meditare, (attività che peraltro considero meritoria) di preoccuparsi dell’uso illecito che molte cittadine che arrivano dall’Europa dell’Est fanno delle prostaglandine, acquistate per il mal di stomaco e utilizzate come abortigeni.

Concludo: sono assai poco interessato all’ira del Vaticano, non sono fatti miei; mi piacerebbe invece vedere almeno un po’ di irritazione nelle donne italiane di fronte a certe dichiarazioni. Pensateci ragazze: i diritti si acquisiscono al termine di lunghe e faticose battaglie e si perdono, per un attimo di distrazione, magari mentre state fondando un nuovo partito.