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Legge 40, se la matematica è un’opinione2020-03-31T12:33:57+02:00

Legge 40, se la matematica è un’opinione

Gennaio 2009

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Nei giorni scorsi si è tenuto a Roma un convegno organizzato dall’Italia dei Valori (un suo parlamentare, Antonio Palagiano, è un ricercatore universitario conosciuto per la sua competenza in campo di fisiopatologia della riproduzione) e dalla Società Italiana di Fertilità e Sterilità che aveva per titolo “Legge 40 e turismo riproduttivo: vale ancora la pena?”.

Nel primo giorno del convegno sono stati presentati e discussi i dati di alcuni registri relativi ai più recenti risultati delle fecondazioni assistite e in particolare i dati del registro italiano, di quello europeo, di quello americano e di quello australiano. Dall’analisi dei risultati è emerso un dato: da quando è in applicazione la legge 40, quella che è stata imposta nel paese a protezione dell’embrione, i risultati sono peggiorati in modo significativo: meno gravidanze, più aborti, più gravidanze multiple nelle donne più giovani, un “esilio procreativo” che induce migliaia di coppie a cercare miglior fortuna all’estero. Su questi dati tutti i tecnici si sono trovati d’accordo. È bene chiarire che non si trattava di 50 comunisti atei e bugiardi, tra di loro c’erano operatori dei centri pubblici e di quelli privati, cattolici e agnostici, gente che vota per i partiti di sinistra e gente che vota per Berlusconi.

Ma che la legge 40 peggiori i risultati dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita non lo ha messo in discussione nessuno. Il giorno dopo sono arrivati i “politici” e le cose si sono modificate, come in un incubo. È vero che Livia Turco e Ignazio Marino hanno commentato i dati secondo logica e buon senso, ma poi è intervenuta la signora Roccella, sottosegretario alla salute, e il suo commento, in sintesi, è stato: ottima legge, benedetta e fortunata, risultati splendidi, tecnici bugiardi. È opinione generale che la signora Roccella di queste cosa sappia poco ed è almeno molto probabile che il suo intervento l’abbia scritto la professoressa Morresi, membro del Cnb, associato di chimica nella Università di Perugia, i cui articoli sui temi della bioetica compaiono spesso sul Foglio e sull’Avvenire, che a mio personale e modesto avviso ne sa ancor meno. La professoressa Morresi ha detto che il confronto con il passato non è possibile perché i dati più vecchi sono incompleti, che non si conosce il destino di molte gravidanze e pertanto non si possono fare i conti(?), che in fondo la percentuale di gravidanze è diminuita solo del 3 per cento, come si fa a non capire che il tre per cento è una diminuzione impercettibile, cosa volete che sia, siete tutti un branco di atei comunisti laici e bugiardi.

Ho provato a riportare la professoressa Morresi alla ragione, ma ha ringhiato e mi sono sinceramente spaventato. Ma un tentativo di farla ritornare sulle convinzioni per quanto riguarda la matematica, questo sì, lo voglio fare. Ma come? Ho telefonato a un mio nipote, che è ordinario di matematica in una università italiana, e gli ho posto il quesito. “C’è una signora, gli ho detto, che fa fatica a capire le percentuali. Come posso spiegargliele?”. “È una intellettuale?” mi ha chiesto lui. “È un’insegnante universitaria di destra”. “Ricca o povera?” mi ha chiesto ancora. “Benestante, almeno credo”. Dopo averci pensato un po’, mi ha suggerito di trasformare i numeri in cameriere, in questo modo: la signora Morresi deve immaginare di avere 100 cameriere e di saper dai suoi informatori segreti, che solo il 4 per cento di loro sono oneste lavoratrici. Se però da un’operazione di controllo risulta che in realtà è necessario portare una modifica a questo calcolo e diminuire questa percentuale del tre per cento, di oneste lavoratrici ne rimane una sola (4-3=1), il che significa che c’è stata una diminuzione di oneste lavoratrici pari al 75 per cento (3 è il 75% di 4).

A questo punto è possibile chiedere alla professoressa Morresi di rifare i conti sostituendo le cameriere con le gravidanze e farle capire che la diminuzione di successi del 3,6% valutata in termini di gravidanze iniziate diventa un ben più ponderoso 13%. Dunque, se dovevano nascere 10.000 bambini, ne nascono solo 8.700, 1300 in meno. Detto sì, può sembrare roba da ridere, ma 1300 bambini non sono pochi. Io credo che la signora Roccella abbia interpretato i risultati dell’Iss in modo scorretto. Forse non è colpa sua, se è vero che il discorso non lo aveva scritto lei, ma un sottosegretario dovrebbe saper fare di meglio, perché i cittadini italiani meritano un maggior rispetto. Mio nipote, mi ha confessato di non essere mai riuscito a spiegare l’aritmetica agli intellettuali di destra. Forse è per questo che pagano meno tasse degli intellettuali di sinistra.