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Lettera a Carlo Casini

13 luglio 2006

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Caro Casini,

niente di male e nessuna offesa nell’essere dichiarati incompetenti. Poiché abbiamo molte letture comuni, le ricordo che nell’Alcibiade minore c’è un’allusione a Margite che “sapeva molte cose e le sapeva tutte male”. Lei è stato un ottimo e competente magistrato, non vedo come potrebbe essere altrettanto valido e competente in materie come l’epidemiologia e la statistica.

Temo di non capire le sue resistenze, lei ha interpretato in modo scorretto i documenti che ha consultato: come le ho già spiegato, i dati del Ministero riguardano un numero inadeguato di trattamenti e non possono essere utilizzati, né da me, né da lei. Dovrebbe insospettirla il calo vistoso che le ho segnalato: 7000 trattamenti nel 2000, 4000 nel 2003 e nel 2004, avrà pure un significato. Le cito una fonte non tecnica e quindi in sospetto di incompetenza: i dati del monitoraggio fatto dall’ISS non sono aggiornati e sono “parziali, incompleti e frutto di autodichiarazioni di alcuni centri” (Filomena Gallo, presidente di una associazione di pazienti). Il numero di trattamenti, oltre tutto, è in continuo aumento ovunque,come sono in aumento le percentuali di gravidanza: non le sembra che tutto ciò giustifichi quanto ho scritto? Le ripeto che i dati relativi al 2005, che è l’anno in cui si potranno verificare i risultati dell’applicazione della legge, non sono stati ancora pubblicati. Per favore, e le parlo con amicizia, la smetta di sostenere tesi assurde. E si rilegga il suo articolo sull’Avvenire, e poi mi dica se non ha dato del bugiardo a me e al giornale che ci ospita.

Sulla questione della dignità della procreazione la rinvio all’ incontro romano (Giardini della Città del Vaticano) del 1984, incontro fondamentale perché dichiarò la non liceità delle tecniche di procreazione assistita. Fu, a quanto scrive uno dei testimoni (Howard Jones, mai smentito) l’intervento di monsignor Caffarra a modificare l’atteggiamento dei teologi presenti, e le sue argomentazioni riguardavano proprio la questione della dignità della procreazione. D’altra parte lei sa bene che molti importanti bioeticisti cattolici, Sgreccia in primis, hanno dichiarato che comunque la FIVET doveva essere bandita, anche se si sceglieva il “caso semplice”. E mi piacerebbe sapere perché lei non commenta la dichiarazione dell’allora cardinale di Bologna alla nascita della prima bambina “da oocita congelato”: evento bestiale !

Sull’interpretazione del concetto di laicità non potremmo essere più distanti e la stessa cosa posso dire sul problema dell’embrione. Anche questa volta, in ogni caso, lei ha evitato di affrontare il vero nodo cruciale del nostro conflitto : la morale cattolica che prevale sulle altre e si impone, un atto di prevaricazione e di violenza che i non credenti ( ma anche coloro che appartengono ad altre religioni) patiscono come il più inaccettabile dei soprusi.